Giocare con il futuro. Future Park alle OGR di Torino.

Avete sentito parlare del Future Park alle OGR-Officine Grandi Riparazioni di Torino e vi siete incuriositi ma non siete ancora riusciti a fare un salto con i vostri bambini?

Allora questo post fa per voi! 😉

Complice il mal tempo, che impediva la fuga in un parco, noi ci siamo andati la scorsa domenica con la nostra amichetta Lucilla e la sua mamma e ci è piaciuto un sacco!

Ma di cosa sto parlando esattamente? Future Park è un’area pensata per i bambini dai 3 ai 10 anni con l’obiettivo di stimolare fantasia e creatività attraverso una tecnologia amica.

Si tratta di un insieme di installazioni e postazioni ideate da TeamLab, il collettivo di sviluppatori giapponesi che, da oltre quindici anni, porta avanti una ricerca che integra arte e tecnologia e che molti hanno forse già conosciuto al Padiglione del Giappone a Expo2015, dove le loro opere hanno riscosso un grandissimo successo.
Le OGR di Torino ospitano il primo spazio permanente in Europa dedicato a TeamLab, per la gioia di tutti i bambini che, entrando nel loro mondo fantastico, allestito al Binario 3 delle Officine Nord, possono divertirsi dando libero sfogo alla fantasia.

Prima di parlarvi dell’esperienza e di cosa troverete una volta varcata la soglia del Binario 3 delle OGR, desidero condividere queste parole illuminanti, che sono il filo conduttore del progetto, nato dal desiderio di rendere bambini e adulti più creativi nella vita di tutti i giorni attraverso un’esperienza molto divertente:

Può essere difficile immaginare quale lavoro faranno i bambini di oggi in futuro. Nella società di domani, i tratti che soltanto gli esseri umani possiedono – come la capacità di pensare e agire in modo creativo – diventeranno sempre più importanti. Noi umani siamo essenzialmente creativi. Tuttavia, ci viene insegnato fin da piccoli che esiste una sola risposta corretta. Di conseguenza, abbiamo tutti paura di commettere errori, perdendo la nostra naturale creatività. Gli umani conoscono il mondo solo attraverso l’interazione con gli altri. Gran parte della società umana si è sviluppata proprio attraverso risultati creativi nati dalla collaborazione e dal gioco di squadra. Questo è il motivo per cui la creatività collaborativa, o esperienza di co-creazione, è oggi così importante.

Il Future Park di Torino si sviluppa in 4 postazioni, ognuna delle quali dedicata ad una differente esperienza creativa.

La particolarità dello spazio, che lo rende estremamente suggestivo, è l’assenza di illuminazione, tutte le attività si svolgono infatti in penombra, per meglio godere delle luci e degli effetti emanati dalle installazioni.

L’esperienza di gioco non è guidata, è volutamente libera proprio al fine di stimolare maggiormente la creatività dei bimbi, tuttavia in alcune fasi (come quella della scansione dei disegni…fra poco capirete!) l’assistenza degli operatori presenti è essenziale. Sono stati tutti molto gentili e disponibili, sempre pronti a fornire aiuto e spiegazioni e persino a giocare con i bambini, come nell’area delle sfere colorate.

Il primo spazio che si incontra entrando è proprio Light Ball Orchestra, un’installazione immersiva in cui i bambini possono divertirsi giocando con grandi sfere luminose, che mutano colore e suono rotolando, fino a formare una specie di orchestra.

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A table where Little People Live è, invece, un’installazione formata da due tavoli interattivi ad altezza bimbo. Non voglio svelarvi troppo, vi dico solo che quest’attività è stata pensata per stimolare la logica e la creatività dei piccoli.

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I bambini si possono divertire poi con altre due aree, che sono il vero fulcro dell’esperienza: Sketch Aquarium e Sketch Town.

Sketch Aquarium è un enorme acquario virtuale in cui le creature marine disegnate dai piccoli prendono vita sullo schermo. All’interno dello spazio si possono, infatti, colorare e personalizzare gli abitanti del mare su fogli di carta forniti dal personale. Una volta completato il disegno, il foglio viene scannerizzato attraverso uno speciale strumento che si chiama scansnap e l’immagine viene inviata immediatamente sullo schermo.

Non vi dico l’entusiasmo di vedere il nostro totano a pois volteggiare elegante nell’acqua. La cosa bella è che si può interagire con l’installazione, toccando le creature marine e dando loro da mangiare (sempre virtualmente of course!)

Sketch Town è una coloratissima città che si trasforma continuamente, sempre grazie ai disegni dei bambini. Macchine, camion, gru ma anche aerei, ufo e navicelle spaziali sono colorati e poi scannerizzati per diventare tridimensionali ed entrare nel panorama virtuale della città. Anche in questo caso i bambini possono interagire con il paesaggio toccando i vari elementi per modificare il loro comportamento. Ogni elemento svolge un ruolo: gli aerei, ad esempio, servono per proteggere la città. Da cosa? Lo scoprirete solo andando alle OGR!

I disegni realizzati in Sketch Town possono anche essere trasformati in pezzi unici 3D di carta, da costruire con forbici e colla e poi portare a casa.

Cose da sapere:

  • Future Park è aperto dal giovedì alla domenica. Gli orari sono: giovedì e venerdì 15:00 – 19:00; durante il we 11:00 – 19:00.
  • L’attività dura 1 ora, tuttavia mi sembra di aver capito che, se non si va nei momenti di maggior affluenza, la durata di permanenza è molto flessibile (noi, per dire, siamo rimasti dentro due ore).
  • Sono previste riduzioni per famiglie o per gruppi numerosi, nonchè per i possessori della tessera musei. Mi raccomando, conservate il biglietto di ingresso perché vi permetterà di entrare a prezzo ridotto dopo la prima visita. Per i prezzi vi rimando qui.
  • Future Park resterà alle OGR di Torino fino al 2021 e ogni sei mesi cambierà forma e soggetto.

Per noi esperienza approvata e da ripetere assolutamente!

Se volete dare un’occhiata agli allestimenti TeamLab in tutto il mondo, cliccate qui. Rimarrete a bocca aperta!

Un abbraccio, Elisa

Domeniche in Festa. La Primavera irrompe alle OGR di Torino!


Avete voglia di primavera, vero? Dopo il passaggio di Burian e le 50 sfumature di cielo grigio e piovoso di questi giorni, abbiamo tutti bisogno di un’esplosione di natura e di colori!

Allora non potete perdervi il nuovo appuntamento delle Domeniche in Festa alle OGR-Officine Grandi Riparazioni di Torino, le più antiche officine ferroviarie italiane.

Sono momenti di incontro delle famiglie con l’Arte moderna e contemporanea sotto forma di laboratori creativi (organizzati dal Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli, a cura del network ZonArte, con il sostegno della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT) allestiti negli spazi del Duomo delle nuove OGR, uno dei più importanti esempi di architettura industriale dell’Ottocento torinese.

Le Domeniche in Festa alle OGR saranno una al mese per tutto il 2018 (con solo una breve pausa estiva), sempre gratuite e aperte a tutti.

Sono pensate come dono per la collettività e come momento unico di festa, condivisione e formazione.

Abbiamo partecipato, lo scorso febbraio, al primo appuntamento intitolato Fuoco e Fiamme, una festa di Carnevale, insolita e coinvolgente, che ci ha visti impegnati – piccoli e grandi – a costruire ali, maschere e copricapi di colore rosso fiammante, ispirati alla figura leggendaria dell’Uccello di fuoco. E’ stata davvero una bella esperienza!


Il secondo appuntamento avrà luogo il prossimo 25 marzo (ore 11 e ore 15).

Protagonisti del laboratorio Flower Power saranno proprio i fiori, da dipingere e indossare, in omaggio al ritorno della Primavera e alla sempre stupefacente trasformazione delle Natura.

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da internet

Noi abbiamo già prenotato! Non aspettate troppo, i posti sono limitati.

Se non siete di Torino e meditate una gita nella nostra bella città (un po’ di campanilismo ci sta! 😉) potete fare una deviazione dai circuiti turisti più conosciuti e spingervi fino alle OGR. Potrete vivere una bella esperienza con i vostri bimbi e visitare un luogo di Torino molto interessante.

Per non perdervi i prossimi appuntamenti delle Domeniche in Festa alle OGR potete seguire la pagina Facebook del Dipartimento Educazione Castello di Rivoli.

Per ulteriori informazioni o per prenotare potete telefonare o scrivere una mail:
011.9565213
educa@castellodirivoli.org

A presto, Elisa

La magia delle giostre di un tempo: la Piazza dei Balocchi.

Domenica scorsa siamo andati a Rivoli, a due passi da Torino, perché nel primo pomeriggio avevamo un impegno per una bella esperienza di cui vi parlerò presto.

Passeggiando per il centro storico, alla ricerca di un posticino dove pranzare, ci siamo imbattuti in una meravigliosa scoperta: la Piazza dei Balocchi di Carla Acquarone e Rodolfo Ferraris, gli ideatori del Microcirco, una realtà di cui non conoscevo l’esistenza.

E’ scientifico: i  bambini hanno narici da segugi di divertimento. Teo stava beatamente dormendo, al calduccio, sul passeggino, ma si è destato in un attimo non appena ci siamo avvicinati ad una deliziosa giostrina retrò e ad altre piccole attrazioni, così semplici e belle da essere quasi commoventi! 😉

E cosi, mentre lui si divertiva a fare bolle, pescare paperette e pesciolini e a provare tutti e quattro i posti della giostrina (vorrai mica saltarne uno!!?),  io ne ho approfittato per fare amicizia con Carla e Rodolfo, che mi hanno raccontato con entusiasmo la loro storia, bella e originale.

Una grande storia d’amore nel circo più piccolo del mondo.

Rodolfo era campione di pattinaggio a rotelle e scultore, Carla era maestra di scuola elementare, con una tesi di laurea in Sociologia sul mondo del Circo. Le loro strade, ad un certo punto, si incrociano e le loro esistenze cambiano per sempre.

Un incontro fortunato che porta Rodolfo e Carla a sperimentare una nuova vita, decisamente fuori dagli schemi. Nel 1986 debuttano con il teatro di figura a Civezza, in provincia di Imperia, poi nel 1989, a Verona, incontrano l’Accademia del Circo. Scoprono di essere due autentici clowns, adottano un nome d’arte (Caramella e Charlotta) e inventano il Microcirco, il circo più piccolo del mondo.

Il loro è uno spettacolo di Circo Retrò, che vede impegnata tutta la famiglia. Gli Acquarone-Ferraris sono stati tra i primi in Italia a proporre il ritorno ad uno spettacolo circense senza l’utilizzo di animali. Il Microcirco è un circo educativo (è stato definito Circo Didattico), che promuove il valore sociale e pedagogico dell’arte circense ed è riconosciuto nel Registro Nazionale delle Piccole Scuole di Circo e dalla European Federation of Professional Circus Schools (FEDEC).

La Compagnia del Microcirco, tra l’altro, è anche tra le prime che, in abbinamento ai propri spettacoli, ha deciso di affiancare un’ampia offerta di gioco-scuola di circo, per una divulgazione dell’arte circense come occasione di svago, ma anche di apprendimento, socializzazione e condivisione.

A Monale, in provincia di Asti,  il Microcirco ha, infatti, avviato – dopo la lunghissima esperienza a Cesenatico – la Scuola di Circo Chapitombolo, di cui Carla è la responsabile per tutti i progetti che riguardano le Scuole (gli esperti del Microcirco hanno frequentato stage e corsi con programmi specifici per l’insegnamento delle arti circensi a bambini e ragazzi). 

La Compagnia accoglie a Monale gite scolastiche, uscite didattiche e visite di gruppi. I partecipanti sperimentano, in queste occasioni, molteplici discipline quali la giocoleria, l’equilibrismo, l’acrobatica al suolo o aerea (trapezio e tessuti), la clownerie e le piramidi umane.

Tornando alla Piazza dei Balocchi, ultima “invenzione” di Carla e Rodolfo, fino al prossimo 7 gennaio potete trovarla allestita a Rivoli in Piazza Garibaldi (qui la mappa), in occasione della manifestazione Il villaggio di Babbo Natale.

La Giostra Retrò è una vera e propria opera d’arte in miniatura, un gioiellino che riproduce, in piccolo, La Giostra di Cesenatico del racconto di Gianni Rodari, unica attrazione della cittadina adriatica nel secondo dopoguerra.

I pezzi della giostra sono tutti originali d’epoca: l’automobilina verde, la piccola vespa degli anni cinquanta, il bolide rosso da corsa degli anni venti e il cavallino di fine ottocento.

Se durante le Feste passate dalle parti di Rivoli, fate un salto. Sono certa vi piacerà! 

Per qualsiasi informazione sugli spettacoli del Microcirco e sulle attività per bambini e ragazzi e per le scuole, è possibile contattare direttamente Carla. (tel. 0141 294533 cell. 333 2707142).

Non lo sapevate? Pinocchio si è trasferito in Piemonte!

Ho sempre amato la storia di Pinocchio. Da piccola, bloccata a casa per parecchi giorni causa una brutta influenza, avevo ricevuto come regalo da mio padre un bel burattino tutto di legno snodabile e il libro, che ancora possiedo e ho già iniziato a leggere a Teo.

Anche a voi appassionava la favola di Pinocchio? Avete bambini a cui proporre una gita speciale? Allora Vernante è una meta che fa per voi!

Vernante, a circa 20 km da Cuneo e 6 da Limone Piemonte, quasi al confine con la Francia, è un piccolo paese “porta di accesso” all’alta Val Vermenagna. 

Per quale ragione questo borgo è l’unico al mondo con i murales di Pinocchio dipinti sui muri delle proprie case, una specie di grande libro illustrato per la gioia di grandi e piccini? Perchè proprio qui trascorse gli ultimi anni della sua vita il pittore, illustratore e fumettista torinese Attilio Mussino.

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Mussino era un artista formatosi all’Accademia Albertina, specializzato soprattutto in libri e riviste per bambini (fu collaboratore del Corriere dei piccoli a partire dal primo numero del 1908 fino al 1954, anno della sua morte). Il suo lavoro più celebre è rappresentato proprio dalle illustrazioni de “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino” di Carlo Collodi nell’edizione del 1911. Mussino vi lavorò per tre anni, presentando poi la sua opera all’Esposizione Internazionale di Torino, dove ottene il diploma d’onore e la medaglia d’oro.

Grazie ai suoi disegni, la figura di Pinocchio ebbe nuova vita e, per la prima volta, colore; le illustrazioni precedenti alle mussiniane, erano, infatti, in bianco e nero. Mussino riuscì a portare il burattino di Collodi dentro la grande illustrazione europea del Novecento; la sua edizione è stata la più ristampata e venduta, molto apprezzata per la capacità dell’artista di penetrare il testo e renderlo leggibile attraverso il disegno.

Dopo la morte al fronte del suo unico figlio, durante la seconda guerra mondiale, e quella della prima moglie, avvenuta poco dopo, Mussino si trasferì a Vernante con la collaboratrice di casa, Margherita, originaria del paese del cuneese, che divenne la sua seconda consorte. La donna convinse il marito a tornare a dipingere.

Fu un grande successo: non solo l’artista riprese in mano i pennelli ma, addirittura, il suo studio, sito nella strada principale del paese (in Via Umberto I, al numero 85), diventò una scuola gratuita per tutti coloro che desideravano apprendere l’arte del disegno e della pittura.

Mussino trascorse in questa piccola località gli ultimi anni della sua vita, dal 1944 al 1954, ben voluto da tutti tanto da essere ricordato affettuosamente come lo “zio di Pinocchio”. Presso il cimitero del paese la sua tomba è vegliata da un Pinocchio che piange.

A partire dal 1989, alcuni abitanti di Vernante cominciarono a dipingere scene tratte dalle avventure di Pinocchio sui muri delle case, rifacendosi fedelmente al lavoro del Maestro. Oggi, oltre 150 murales decorano le strade del centro storico, creando una suggestiva visione e regalando un aspetto decisamente fiabesco al paese.

Il mio Pinocchio ❤

Vernante ha dedicato a Mussino anche un piccolo Museo, al suo interno sono state raccolte alcune delle sue opere lasciate in eredità al paese dalla seconda moglie dell’artista, tra cui la prima edizione illustrata del Pinocchio del 1911.

Vernante è solo uno dei numerosi paesi dipinti che si possono scoprire girovagando per la nostra regione e per l’Italia. In questo post  vi avevo già parlato della nostra gita ad Usseaux, in Alta Val Chisone; se poi volete scoprire altri paesi con murales vi segnalo il sito di un’associazione di cui ho scoperto l’esistenza di recente: l’Assipad (Associazione italiana paesi dipinti), che cerca di sostenere il turismo in questi centri, a volte molto piccoli e quasi sconosciuti, promuovendo l’insolito e prezioso patrimonio che possiedono.

Durante la nostra gita a Vernante di qualche settimana fa, per goderci la giornata di sole, abbiamo preferito mangiare all’aperto (in direzione Val Grande c’è un’area pic-nic con tavoli e fontane), comprando pizza e dolcetti nel forno vicino alla chiesa principale del paese (la bellissima Chiesa di San Nicolao).

Dopo pranzo abbiamo continuato il giro alla scoperta del paese – ogni angolino nasconde un affresco – e poi siamo andati ai giardini vicino agli impianti sportivi comunali e al cimitero. Il muro esterno del camposanto, confinante con il parco, è stato decorato, con l’aiuto degli alunni della scuola media, da un nuovo lunghissimo e bellissimo murales. 

Assolutamente da non perdere!

Prima di salutarvi, vorrei ancora parlarvi di una mostra, piccola ma davvero ricca e interessante, appena inaugurata nella Galleria Spagnuolo di Palazzo Lascaris (sede del Consiglio regionale del Piemonte in via Alfieri 15 a Torino), dal titolo: “Pinocchio, diritti e rovesci di un bambino di legno”.

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Questa mostra è anche un’occasione per parlare di diritti dell’infanzia in vista del prossimo 20 novembre, Giornata internazionale dei Diritti dei Bambini.

L’esposizione raccoglie opere pittoriche, grafiche, oggetti e pubblicazioni originali legati al personaggio ideato da Collodi, provenienti da varie collezioni private. Ci sono opere di Luzzati, Musante e di molti altri artisti. Anche un Pinocchio dal set dello sceneggiato televisivo di Comencini del 1972.

Apre la mostra un video intitolato “Pin-Occhio”, in cui sono stati raccolti brani di film, opere teatrali e video clip sul burattino più famoso del mondo.

La mostra, organizzata dall’Associazione culturale Magica Torino, è visitabile dal 7 novembre al 7 dicembre 2017 con orario 9 – 17 dal lunedì al venerdì (ingresso gratuito). 

Numerose sono le interpretazioni date alle intenzioni affidate da Collodi al suo personaggio: pedagogiche, idealistiche, teologiche, antropologiche, psicoanalitiche, esoteriche, ma l’affermazione di Benedetto Croce è forse quella più veritiera: 


“Il legno, di cui è tagliato Pinocchio, è l’umanità”.

Pinocchio è, senza dubbio, il figlio che nessuno vorrebbe avere: disubbidiente, bugiardo, anarchico, ribelle, violento, irriverente, a volte cinico, amorale, opportunista, assassino, quando colpisce con una martellata il Grillo Parlante per zittire la coscienza scomoda, un delinquente che finisce in prigione, non ama studiare, marina la scuola e si fa influenzare dalle cattive compagnie.

Nel leggere o rileggere le sue avventure, ancora oggi ci si pone l’interrogativo: se Pinocchio fosse stato un bravo burattino sarebbe diventato ugualmente un bambino in carne ed ossa?

Dunque la provocazione di Collodi potrebbe essere: quanto “male” occorre per essere o diventare umani?

Ciao, Elisa

 

 

 

 

 

 

    

Sei forte Papino!

Domenica 19 marzo è alle porte. La Festa di San Giuseppe, il papà di tutti i papà.

Il nostro è un pochino giù in questi giorni, con alcuni pensieri che lo rendono meno positivo del solito, quindi vogliamo assolutamente fargli una bella sorpresa: un piccolo regalino, una colazione da gustare senza fretta e una intera giornata da vivere insieme, approfittando del fatto che sarà a casa dal lavoro! 🙂

Ecco di seguito qualche idea, che vorrei condividere, se anche voi state pensando in questi giorni a qualcosa di carino e dolce per far felici i vostri paponi.

1) Cominciamo dalla colazione, anzi dalla coccolazione, come ha scritto Ornella Sprizzi (su instagram @mammamatta) sul suo bellissimo e apprezzato blog, ricco di creatività e umorismo. Ha appena pubblicato un post con dei printables deliziosi da scaricare gratuitamente (li trovate quiper organizzare un breakfast dolcissimo.

Noi li abbiamo già stampati (tanto il papà ha il telefono fuori uso e non ci legge 😉 ) e non vediamo l’ora di vedere la sua faccia domenica prossima al risveglio.

2017-03-14 11.08.33.pngEcco qui sotto le foto pubblicate da Ornella…bellissima idea, vero?! Basta solo armarsi di forbici, colla e amore! 😉

2) Un libro da completare e regalare. Ad esempio Io e Te, papà di Olimpia Ruiz di Altamirano, un’autrice di libri per bambini, storie buffe e album d’ispirazione Montessori che ho scoperto da poco (qui il suo blog).

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E’ un libro/album che lascia molto spazio all’immaginazione dei piccoli, chiamati a disegnare dentro cornici colorate. Non ha illustrazioni in bianco e nero da colorare perché l’importante, in questo caso, non è stare dentro i bordi ma creare un regalo unico. Per bimbi dai 3 anni. Lo trovate su Amazon.

3) Due libri da sfogliare, leggere insieme e amare.

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Non si incontravano mai di Mauro Mongarli e Claudia Carieri è un un libro speciale, i protagonisti sono un papà e una bambina che si inseguono, attraverso le pagine, senza incontrarsi. Incontrano, però, ombrelli e papere, alberi di Natale e automobiline, elefanti e trenini, note musicali e tartarughe, pesci, orologi, farfalle, scarpe e tante altre cose che fanno parte del loro mondo, reale e immaginario. Ma la vita che abitano insieme, ognuno nel proprio mondo adulto o bambino, è così bella e strana che, alla fine, l’inseguimento diventa un gioco. Un libro con parole per grandi e immagini per piccolissimi (da 0 a 6 anni). Per stare vicini e volersi bene, ognuno curioso delle differenze dell’altro.

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P di papà di Isabel Minhós Martins e Bernardo Carvalho si sviluppa nella forma del dialogo tra un bambino, o una bambina, e il suo papà. Già la copertina è dolcissima!! Chi è il papà? Un abile trasformista, capace di passare velocemente da angelo custode a nascondiglio perfetto, da dottore a tunnel. Il papà è un impareggiabile attrezzo multiuso, utilissimo per fare milione di cose: volare, scalare, giocare, cavalcare, ascoltare. Questo libretto è una raccolta affettuosa di tutti i papà che possono abitare in un uomo. Per padri e cuccioli. 😉

Entrambi i libri fanno parte del catalogo di Topipittori, una casa editrice specializzata in libri illustrati per bambini e ragazzi. Se volete acquistarli on line o in libreria trovate qui tutte le informazioni. Date un’occhiata al sito, davvero bello e ricco di spunti per leggere insieme! 😉

4) Un barattolo delle coccole. Non un’idea originale (su internet trovate diverse versioni anche con altri nomi) ma comunque molto carina. Noi abbiamo personalizzato il barattolo con pensieri divertenti e dolci che, sono sicura, faranno sorridere ed emozionare il nostro papino, sono coccole per l’umore da leggere quando ne sentirà maggiormente il bisogno, magari a lavoro. 😉

Se avete bimbi che scrivono, l’etichetta e i pensierini da inserire nel barattolo potranno essere realizzati direttamente da loro. Teo è ancora piccolino, così ho deciso di utilizzare Canva per realizzare il tutto (mi sta piacendo un sacco questo strumento, gratuito e velocissimo, per creare grafiche semplici e carine).

Ecco l’etichetta e alcuni dei bigliettini coccola creati per l’occasione…😉

Erica Burcham

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Che ne dite?!? Carini, vero?!!

Oltre ai pensierini, nel barattolo metteremo anche qualche cioccolatino. Non fanno mai male!! 😉

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Lavori in corso

Non mi resta che salutarvi e fare un augurio a tutti i papà, più o meno giovani! Godiamo della loro presenza ogni istante!

A presto, Elisa

Un animale per imparare: Luckyleo, la fortuna di leggere con il cane.

In Paradiso si entra per favoritismo. Se si entrasse per merito, tu resteresti fuori ed il tuo cane entrerebbe al posto tuo.
(Mark Twain)

Sabato scorso, presso Binaria Bimbi (ve ne parlerò prestissimo), abbiamo partecipato all’attività di lettura Luckyleo, la fortuna di leggere con il cane, un metodo di lettura ad alta voce per l’infanzia con l’ausilio e la collaborazione dei cani e o di altri animali da compagnia, ideato da Teresa Albergo, dottoressa in Psicologia, pet therapista, nonché specializzata nell’educazione della prima infanzia.

Il metodo, rivolto a bambine e bambini 0-10 anni, unisce i benefici dell’uso della lettura ad alta voce, già dimostrati scientificamente da oltre 20 anni, con quelli della pet therapy

Luckyleo, la fortuna di leggere con il cane vuole incentivare non solo l’amore per la lettura già da piccolissimi, ma anche la conoscenza e l’amore per i cani, i pets e la natura più in generale. “Fortuna” perché per un bambino leggere con i genitori, o comunque con i punti di riferimento familiari, rappresenta uno strumento di crescita molto importante; se poi alla lettura si unisce la presenza di un cane, ecco che questa esperienza assume una valenza affettiva e motivazionale ancora più forte. Un bambino che può relazionarsi bene con un cane può essere se stesso fino in fondo: un cane non giudica, un cane mostra il suo bene in modo incondizionato, è un ottimo compagno di giochi e, in questo caso, di favole. 😉

La storia di come è nato Luckyleo® è molto bella: nell’ottobre del 2013 Teresa era stata invitata dal responsabile della libreria Torre di Abele di Torino a partecipare, come lettrice, ad un evento per bambini. Seduta a terra, circondata da numerosi bambini, aveva iniziato la lettura di Insalata di favole di Gianni Rodari. Quel giorno con lei in libreria c’era il suo cane Lucky, un bellissimo incrocio tra un labrador e un golden retriver adottato da poco da una famiglia in condizioni di difficoltà a seguito di una separazione. Teresa era rimasta il tempo della sua partecipazione come lettrice ma quel tempo era stato sufficiente per creare una vera magia.

Molti bambini al termine della lettura si erano diretti verso Lucky per accarezzarlo, per chiedere informazioni e raccontare dei loro animali.

Teresa si era ritrovata così avvolta dall’entusiasmo dei fanciulli. Si era trattato della semplice lettura di una storia, eppure un incanto si era creato grazie alla forza evocativa delle parole e alla presenza di un cane.

Tra Lucky (con il dono di essere protettivo, paziente e attento con i cuccioli umani) e i bambini (a partire da Leo, il piccolo nipote di Teresa) si era creata un’alchimia speciale.

Tra l’altro, in quel periodo, Teresa aveva iniziato da pochi mesi un master in pet therapy e da lì in poi si sarebbero susseguite coincidenze e casualità che hanno portato alla nascita di Luckyleo, la fortuna di leggere con il cane, un metodo innovativo nell’ambito degli Interventi Assistiti con Animali. Il bellissimo Lucky è diventato, così, un meraviglioso cane da pet therapy, un Reader Dog molto amato.

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Lucky e Teresa

Dopo un lungo periodo di sperimentazione iniziato nel 2013 (in collaborazione con Asl TO3, Libreria Torre di Abele e Binaria Book del Gruppo Abele), dal mese di aprile del 2015 il progetto Luckyleo® si è sviluppato notevolmente, allargando la sua rete di diffusione in differenti realtà e istituzioni: biblioteche, librerie, asili nido, scuole materne, altri spazi e luoghi pubblici dedicati ad accogliere le famiglie per promuovere la lettura ad alta voce sin dalla nascita.

Aiutando anche, in moltissimi casi, bambini che vivono condizioni esistenziali difficili per differenti ragioni (socio-economiche, di salute, etc.)

Grazie ad una raccolta di Crowdfunding, Teresa e le altre persone coinvolte nel progetto sono riuscite a potenziare le loro attività e a partecipare ad iniziative significative sia sul territorio del torinese che in altri comuni, anche fuori regione. La raccolta di fondi ha permesso di offrire le attività in modo gratuito a numerosi bambini e alle loro famiglie. Le risorse raccolte sono state utilizzate principalmente per arricchire i testi e i libri per l’infanzia in dotazione e per acquistare materiale per l’attività (peluches, giochi di attivazione mentale, strumentazione varia; etc.).

Avendolo sperimentato con Teo devo ammettere che Luckyleo® non è una lettura ad alta voce come le altre, è proprio vero che grazie ai pets si crea una magia: l’utilizzo di favole e racconti e la presenza del cane aiutano i bambini a vivere un’esperienza forte ed unica, sia dal punto di vista emozionale che relazionale.

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Teo era il più piccolo (solitamente vengono creati gruppi di bambini per età omogenea) ma nonostante la differenza di età ha partecipato, anche lui, a tutti i giochi che Teresa ha proposto per aiutarci, bambini e adulti, a conoscere meglio i nostri amici a quattro zampe, a prendere confidenza, a socializzare, a rispettare gli altri (a partire da quelli pelosi e scodinzolanti)…quale insegnamento migliore possiamo trasmettere ai bambini?!!!

Lucky e Lula (una vivace cucciola di Golden Retriver bianca di 11 mesi, ancora in formazione, che ha partecipato solo in alcuni momenti all’attività) si sono lasciati accarezzare dai bambini, hanno interagito e giocato insieme a loro con dolcezza (anche io non ho potuto rinunciare all’abbraccio di Lucky!).

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Non potevo sottrarmi ad un abbraccio dolcissimo

Teo era felicissimo e devo ammettere che, anche grazie a esperienze come queste, sta imparando pian piano, sebbene sia ancora molto piccolo, ad approcciarsi ai cani nel modo corretto. E’ veramente buffo e tenero vederlo mentre, mostrando il palmo della mano, cerca di avvicinarsi per fare amicizia. Da grande amante dei cani cerco di incentivare questo suo amore, ovviamente con la giusta attenzione. 😉

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Teo e Lula
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Lucky in versione nonnina

Se siete interessati a questa esperienza, non volete perdere le prossime iniziative di Luckyleo® e volete conoscere l’associazione che Teresa ha da poco promosso per sostenere e sviluppare la sua metodologia, vi suggerisco di seguirla su facebook e (naturalmente) di seguire Binaria Bimbi. 😉

Spero di aver contribuito, nel mio piccolo, a farvi conoscere un’altra bellissima realtà per i bambini nata sul nostro territorio. 🙂

Ciao! Elisa

La riconoscenza è una malattia del cane non trasmissibile all’uomo.
(Antoine Bernheim)

#InstawalkCampidoglio di @IgersTorino: una meravigliosa scoperta!

E’ davvero incredibile come, alle volte, uno non conosca luoghi bellissimi così vicini a casa propria!

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Una Comunità che scatta (tanta soddisfazione: la mia foto scelta e condivisa da @IgersTorino)

Lo scorso sabato, con Teo e la mia amica Vittoria, ho preso parte ad una iniziativa davvero interessante e coinvolgente: l’InstawalkCampidoglio, una passeggiata fotografica alla scoperta di Borgo Campidoglio, un quartiere operaio nato nel 1853, collocato tra gli attuali corsi Svizzera, Appio Claudio e Tassoni e le vie Fabrizi e Cibrario. Un quartiere che da alcuni anni è una delle zone più originali e creative di Torino, un museo di arte urbana e, al contempo, uno dei luoghi più smart e sostenibili d’Italia.

L’evento, totalmente gratuito, è stato organizzato da @IgersTorino, la Community Ufficiale degli Instagramers torinesi (vi consiglio di visitare, se ancora non li conoscete, i bellissimi account dei Local Managers @tonick, @zuccaviolina, @luccico e @rodvaveloce), in collaborazione con il Museo di Arte Urbana di Torino (MAU) e con Planet the Smart City.

La passeggiata è partita da Piazza Risorgimento, a due passi da piazza Bernini, la prima piazza smart in Italia, un luogo intelligente arricchito da tanti servizi per i cittadini che coniugano innovazione tecnologica e inclusione sociale.

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Si tratta di un progetto di Planet Idea, sviluppato nell’ambito del bando Torino Living Lab e promosso dalla Città di Torino in collaborazione con la Circoscrizione IV. Rappresenta la dimostrazione, su scala ridotta, del progetto di prima città del futuro che la società italiana sta realizzando in Brasile, a circa 55 chilometri da Fortaleza.

Sono rimasta davvero colpita da questa piazza, la dimostrazione di come uno spazio urbano, per molto tempo quasi abbandonato, possa migliorare ed essere valorizzato grazie ad un progetto che sviluppa e integra innovazioni diverse ma tutte con l’obiettivo di mettere al centro le persone e rendere le città più innovative, vivibili e sostenibili, sia dal punto di vista sociale che ecologico ed economico.

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Tutta la piazza (che è interamente raggiunta dalla rete wi-fi gratuita con cui è possibile scaricare anche la app PlanetAppSquare per accedere a contenuti digitali inediti) è stata ripensata arricchendola di servizi per i cittadini, dall’illuminazione al controllo dei consumi, dai parcheggi alle aree relax.

Solo per farvi alcuni esempi: in Piazza Risorgimento troverete panchine intelligenti in grado di rilevare dati ambientali, di riprodurre musica e dove poter collegare lo smartphone quando è scarico; una palestra outdoor, resistente agli agenti atmosferici, che è in grado di produrre energia attraverso lo sforzo prodotto dai suoi utilizzatori, colonnine per fare segnalazioni o richiedere l’intervento delle forze dell’ordine che funzionano anche come stazione di ricarica per le auto e le biciclette elettriche e poi, ancora, lampioni smart con lampadine a basso consumo che si accendono solo quando tramonta il sole e consentono di aumentare e diminuire l’illuminazione al passaggio delle persone.

Ma non è tutto, potrete trovare anche un parco giochi piccolo ma molto carino, un orto urbano, un’area lounge a disposizione di tutti e un simpatico angolo di bookcrossing, una specie di libera libreria di quartiere, sempre aperta, ospitata in alcune vecchie cabine del telefono (ve le ricordate ancora?!?!).2017-02-12-08-24-33

 

La nostra visita è continuata poi nel cuore di Borgo Vecchio Campidoglio, grazie alla guida del Prof. Edoardo Di Mauro, Presidente e Direttore Artistico del MAU. Il MAU (diventato nel 2011 ufficialmente una nuova struttura museale cittadina) è il primo museo di arte contemporanea all’aperto in un centro urbano in Italia. È un coinvolgente percorso a cielo aperto tra oltre 140 opere realizzate sui muri di case e piazze del Borgo, visitabile gratuitamente.

Ancora oggi, questo quartiere, che è un autentico gioiello, conserva intatta la sua struttura originaria che ne fa un vero e proprio paese nella città (vie strette, case basse con ampi cortili interni dotati di aree verdi, una forte presenza di attività artigianali, commerciali, artistiche, sociali e di intrattenimento).

Il lavoro di rivalutazione del Borgo è iniziato nel 1991 ma è solo qualche anno più tardi, nella primavera del 1995, che si è valutato di allargare la sfera di intervento all’arte, coinvolgendo i cittadini nelle scelte, partendo dalla disponibilità di alcuni proprietari di immobili a concedere le proprie pareti per la realizzazione di opere d’arte, condivise e permanenti.

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Oltre alle opere murali, il percorso include anche le Panchine d’Autore di Piazza Moncenisio, liberamente ispirate a protagonisti dell’arte del Novecento, e la Galleria Campidoglio, una raccolta di oltre trenta installazioni protette da teche di plexiglas, sorta per volontà del Centro Commerciale Artigianale Naturale Campidoglio e collocata permanentemente sulle pareti tra i negozi di via Nicola Fabrizi e corso Svizzera.

Se volete vedere tutte le bellissime foto scattate durante l’evento, potete andare su Instagram digitando come hashtag principale #instawalkcampidoglio.

2017-02-14 09.54.54.pngPer non perdervi prossimi #instawalk o altri eventi legati al territorio e sul tema della fotografia, mi permetto di suggerirvi di seguire la pagina Instagram di Igerstorino, una community reale e virtuale (che fa capo all’associazione Igersitalia) che ha lo scopo di far scoprire posti nuovi, o comunque poco conosciuti del nostro territorio, di mettere in comunicazione e di valorizzare le capacità dei numerosissimi torinesi appassionati di fotografia e social media.

Marta Pavia, local manager di @igerstorino, sul suo nuovissimo blog descrive molto bene quali sono i cinque ottimi motivi per partecipare a un #instawalk. Posso assicurarvi che è proprio una bella esperienza! 😉

Se siete interessati alla visita guidata del Borgo, vi segnalo che attraverso il sito del MAU è possibile prenotare visite, anche in bici e con artista, gratuite o ad offerta libera.

Inoltre, dallo scorso anno è possibile un percorso per i cittadini con problemi motori. Questa è, senza dubbio, un’ulteriore importantissima opportunità, grazie alla collaborazione con l’associazione di volontariato Volonwrite, che organizza itinerari studiati appositamente per le persone con queste difficoltà.

E’ stato un pomeriggio molto piacevole, sono certa che ritornerò presto a fare un giro a Borgo Vecchio Campidoglio, magari per farlo conoscere a parenti o amici o per provare una delle trattorie o dei localini che lo caratterizzano.

E’ una passeggiata che consiglio di fare anche con i più piccoli, che non potranno che rimanere meravigliati dai murales coloratissimi, dalle case che nascondono sorprese e dalle divertenti panchine (qui trovate la mappa del Borgo da stampare).

Complimenti ancora ai ragazzi di @IgersTorino! 🙂

A presto, Elisa

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L’inaugurazione de“Il Sogno del Natale” di Torino. La nostra esperienza!

Se ci diamo la mano i miracoli si faranno e il giorno di Natale durerà tutto l’anno

Manca meno di un mese al Natale e il Babbo pancione ha già iniziato a leggere le prime letterine, tutto arzillo e impegnato ad organizzare la grande spedizione del 24 dicembre.

Portare i regali a tutti i cuccioli del mondo (senza sbagliare!) non è mica una cosa da poco!

Grazie al pensiero di due care amiche, ieri sera abbiamo avuto l’occasione di vivere questa atmosfera, frizzante e gioiosa, visitando in anteprima “Il Sogno del Natale, il tanto atteso Villaggio di Babbo Natale che Torino ospita per la prima volta quest’anno dal 1° dicembre all’8 gennaio prossimi in Piazza d’Armi, a pochi passi dal Pala Alpitour.

L’inizio, devo ammettere, non è stato dei migliori dal momento che, a quanto pare per controlli sull’agibilità da parte del Comune (proprio la sera dell’inaugurazione??!!!?!!), abbiamo atteso al freddo per quasi un’ora. Per fortuna i bimbi (Teo e il suo cuginetto) erano ben vestiti e al caldo nei passeggini e questa partenza, non proprio idilliaca, è stata presto dimenticata.

Non vi nascondo che, nonostante i 38 anni suonati, ero emozionata anche io come una bimba, vedere poi gli occhi curiosi di Teo mi ha riempita di tenerezza.

Essendo la sera dell’inaugurazione abbiamo potuto godere degli spazi e dei giochi per oltre due ore, ma con l’apertura al pubblico la visita durerà circa mezz’ora (indicativamente 25 minuti durante i festivi e i fine settimana e 35 durante i giorni feriali).

Il percorso all’interno del Villaggio che ospita il Quartiere generale di Babbo Natale e dei suoi amici Elfi è al chiuso, ha inizio con il Corridoio degli Antenati, una galleria con simpatici ritratti (e qualche incursione in dipinti famosi) e prosegue con un grandissimo Ufficio Postale, dove i bambini possono trovare tutto l’occorrente per scrivere e imbucare le letterine dei desideri.

Proseguendo si arriva al salone più suggestivo: la Fabbrica dei Giocattoli, uno spazio grandissimo (con ingranaggi che si muovono e rulli che scorrono) animato da buffi Elfi giocolieri e pieno zeppo di giochi per tutte le età.

Teo si è divertito come un pazzo a curiosare in giro e a giocare con tutto ciò che trovava (la cucina in legno, un piccolo pianoforte a coda, le piste di legno per i trenini, macchinine e animaletti cavalcabili…). Insomma, ho dovuto prenderlo di peso per proseguire la visita, dopotutto ci attendeva ancora Babbo Natale in persona!!🙂

Le ultime due sale sono quelle più intime del Quartiere generale: la stanza con il grande cannocchiale per osservare il cielo e il camino per riscaldarsi, ma, soprattutto, la Camera da notte con il grande letto a baldacchino (si può salire sopra per fare le foto tra cuscini e peluches).

Proprio qui abbiamo scovato Babbo Natale e diciamo che…l’incontro non è stato dei migliori! Teo ha iniziato subito a piangere impaurito, sebbene il gentile vecchietto abbia provato di tutto per consolarlo. 🙂

Finito il momento tragedia, siamo usciti fuori a curiosare. L’area all’esterno è occupata da una piccola pista di pattinaggio, da alcuni stand di streetfood e, soprattutto, dalle Scuderie delle Renne dove è possibile farsi immortalare sulla grande Slitta di Babbo natale carica di pacchi regalo.

Ma non è finita qui: sempre all’esterno una delle attrazioni principali sarà lo chapiteau, una sorta di tenda da circo sotto la quale artisti e giocolieri di fama internazionale metteranno in scena esibizioni circensi e musicali per grandi e bambini.

Dando un’occhiata alla programmazione credo che per Teo siano spettacoli ancora poco adatti (del resto si sa, la concentrazione di un terremoto di un anno e mezzo è “cosa breve”, pari soltanto alla mia davanti ad un problema di trigonometria!) ma penso che alcuni potrebbero diventare un’ottima idea regalo (che ne pensate di “Sconcerto d’amore. Le acrobazie musicali di una coppia in disaccordo”? Mi ispira parecchio!).

Lo scopo della manifestazione è quello di “tenere viva la magia del Natale nel cuore di ogni bambino”, portando in scena ambientazioni, personaggi e attività in grado di regalare un’esperienza unica e indimenticabile. Dal mio punto di vista, l’obiettivo è stato raggiunto!

Ci sarebbe ancora qualche dettaglio da migliorare nell’organizzazione, tuttavia l’impressione finale è positiva. La struttura, tutta in legno, è molto carina, accogliente e suggestiva, traspare subito, a differenza di altri allestimenti simili, una grande cura per le ambientazioni e per i dettagli (del resto si sono occupati del progetto Carmelo Giammello, già scenografo del Teatro Stabile di Torino, e l’artista Richi Ferrero).

Le informazioni sugli orari, i prezzi e i modi per arrivare sono reperibili sul sito http://www.ilsognodelnatale.it/, il mio post vuole solo condividere con voi la nostra esperienza e qualche altra informazione utile qualora pensiate di fare un salto a salutare Babbo Natale nei prossimi giorni. 🙂

Come vi dicevo, la visita del Quartiere Generale è al coperto, quindi pioggia o neve non saranno un problema, i passeggini possono circolare tranquillamente, del resto l’evento è pensato proprio per le famiglie, tuttavia con i neonati o i bimbi molto piccoli vi consiglio, se possibile, la fascia o il marsupio, soprattutto nei giorni di maggior affluenza, come quelli festivi e durante i week end, quando il passeggino sarebbe solo un fastidioso ingombro (noi li abbiamo parcheggiati in un angolino della Fabbrica dei giocattoli, vicino alla scala, e nessuno ci ha detto di spostarli).

I bagni sono soltanto all’esterno (non riscaldati!), alcuni vicini all’ingresso e altri di fronte alla pista di pattinaggio. Al momento sul percorso non è previsto un punto nursery per il cambio pannolino (mi è stato detto, però, che avrebbero provveduto al più presto).

Le casette-ristoro (tranne una piccola caffetteria) sono all’aperto, c’è anche un’area food con panche e tavoli ma anche questa è all’aperto.

Tutta l’area è accessibile ai visitatori con disabilità, che hanno diritto ad un biglietto omaggio per un accompagnatore.

Spero che il post vi sia piaciuto, a prestissimo!

Elisa